L'angina pectoris non è solitamente percepita come un vero e proprio dolore. Può essere un dolore vago, appena fastidioso, oppure può diventare rapidamente una sensazione di oppressione toracica grave e molto intensa.

L'angina pectoris ha una localizzazione variabile, ma è più comunemente avvertita dietro lo sterno. Può irradiarsi alla spalla sinistra e giù lungo il versante interno del braccio sinistro anche fino alle dita; direttamente alla schiena, alla gola, alla mandibola e ai denti e occasionalmente lungo il versante interno del braccio destro. Può anche essere avvertita a livello dell'addome alto (epigastrio).

In un tipo di angina, chiamata stabile, gli attacchi si verificano solo quando il cuore necessita di una maggiore quantità di ossigeno, come ad esempio quando si sale una lunga rampa di scale o si attraversa velocemente la strada. In un'altra forma di angina, chiamata instabile, gli attacchi di angina possono verificarsi più frequentemente, durante banali sforzi fisici e perfino a riposo.

Le arterie coronarie forniscono al cuore sangue ricco di ossigeno. Quando sono indurite e ristrette (aterosclerotiche), il sangue ricco di ossigeno raggiunge con difficoltà tutte le cellule del cuore, scatenando la cosidetta "ischemia miocardica", della quale l'angina può essere considerata il campanello d'allarme, una specie di richiesta di aiuto.

Non solo l'ischemia miocardica può causare angina, ma può anche condurre col tempo a situazioni più gravi come l'infarto miocardico o causare aritmie cardiache minacciose per la vita del paziente se le cause del disturbo non vengono risolte.

Fortunatamente, esiste un trattamento. Il trattamento di solito comprende dei “cambiamenti dello stile di vita” che le persone possono fare da sole (ad esempio, smettere di fumare) associati all'assunzione di medicamenti (nitroderivati, calcio-antagonisti, beta-bloccanti, antiagreganti piastinici, anticoagulanti). Se è presente un malattie delle arterie coronarie, allora i possibili trattamenti sono tre:

  1. proseguire con l'assunzione di medicamenti;
  2. eseguire un'angioplastica (PTCA con o senza impianto di stent o aterectomia);
  3. il classico intervento chirurgico di bypass con circolazione extracorporea (CEC) oppure il meno invasivo intervento chirugico di bypass a cuore battente senza CEC.

L'indicazione a quale di questi trattamenti indirizzare viene fatta dal medico o dai medici/cardiologi che curano il paziente in base alle sue caratteristiche cliniche ed in base all'anatomia delle arterie coronarie.

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